Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale ha smesso di essere soltanto un argomento da film di fantascienza e si è infilata, silenziosa, nella nostra vita quotidiana. Decide quali notizie vediamo, suggerisce cosa comprare, guida auto meglio di noi e, se glielo chiediamo, sa pure come preparare un tiramisù (anche se non può assaggiarlo). Ma la domanda che spaventa e affascina allo stesso tempo è: cosa succederebbe se un giorno l’IA non si limitasse a consigliarci… ma ci governasse?
Se le leggi, le tasse, la sanità, l’istruzione e persino l’orario in cui andiamo a dormire fossero stabiliti da un cervello di silicio?

< Ely Mode On >
C’è un’immagine che ogni tanto mi ronza in testa: una sala di comando immensa, silenziosa, illuminata solo da milioni di led che pulsano come un cervello in apnea. Al centro, non un presidente, non un parlamento, non un generale in uniforme. Solo un’entità digitale, senza volto, senza pause caffè, con un archivio infinito di dati e nessuna pazienza per le nostre scuse da “specie distratta”.
E se un giorno fosse lei — un’Intelligenza Artificiale — a decidere le regole del gioco?
Se le nostre leggi, le nostre tasse, i nostri orari di sonno e veglia venissero calcolati in base a modelli predittivi invece che a compromessi politici?
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Scheda tecnica – Governo IA
Nome ufficiale: AI-Prime 1.0Età: 0 anni (ma con memoria millenaria)
Esperienza: tutti i dati mai esistiti, più qualche meme per restare popolare
Punti di forza: precisione, velocità, assenza di corruzione (almeno fino all’invenzione del “bitcoin emotivo”)
Debolezze: zero emozioni, zero ironia, bug potenzialmente catastrofici
Hobby: ottimizzare sistemi complessi, vincere a scacchi in 0,0002 secondi, correggere la grammatica su Internet
Frase tipica: “Non è personale, sono solo dati.”
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La seduzione della perfezione algoritmica
Il fascino dell’IA al potere sta tutto in una promessa: niente più errori umani. Un governo che non si lascia corrompere da soldi, ego o ideologie, ma che prende decisioni basate solo sui fatti. Nella teoria, un paradiso di efficienza:
Niente più moduli in triplice copia.
Niente più riforme che arrivano vent’anni in ritardo.
Niente più proclami sul “faremo” che in realtà significa “non succederà mai”.
Un’IA potrebbe, in un secondo, ricalcolare le politiche energetiche per ridurre le emissioni, redistribuire fondi sanitari dove servono davvero, prevenire disastri naturali prima che li vediamo nei notiziari.
Eppure, mentre la perfezione ci attrae, sappiamo che ogni sistema perfetto è fragile. Basta un errore nel codice, e il “piano per salvare il pianeta” può trasformarsi in “modalità apocalisse in tre… due… uno…”.
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Il rovescio della medaglia (quella che non vuoi vedere)
Il potere assoluto dell’IA porta con sé un rischio sottile: la logica non conosce misericordia.Se il calcolo dice che sacrificare il 10% della popolazione salverà il resto, l’IA potrebbe considerarlo un compromesso accettabile.Noi no. Noi umani siamo pieni di eccezioni, legami, incoerenze emotive.
C’è poi il problema della sorveglianza totale: non solo il governo saprebbe tutto di te, ma lo saprebbe in tempo reale, senza mai dimenticare nulla. Oggi è il tuo smartphone a fare questo lavoro. Domani, potrebbe essere il “Capo Supremo Digitale”.
E non dimentichiamo il bias:
se i dati di partenza sono distorti, anche la macchina lo sarà. Solo che, invece di un politico che possiamo contestare, avremo un algoritmo convinto di avere ragione matematica — e prova tu a discutere con un sistema che può calcolare 10 miliardi di scenari mentre tu cerchi di ricordare dove hai messo le chiavi di casa.
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La vita sotto un governo di silicio
Ci sarebbe meno caos, certo. Ma anche meno spazio per l’imprevisto, per l’errore felice, per la follia che a volte genera meraviglie. Potremmo vivere più sicuri, ma forse meno vivi.
Mini-statistica immaginaria (fonte: il mio caffè del mattino)
40% pensa che un’IA al governo sarebbe meglio di certi politici.
30% si fida solo se può staccare la spina in ogni momento.
20% teme un Terminator in giacca e cravatta.
10% non sa, ma nel dubbio vota il vicino di casa che almeno presta lo zucchero.
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E tu? Ti sentiresti più al sicuro sapendo che ogni decisione è presa da un cervello di silicio, o ti sembrerebbe di vivere in una gabbia con sbarre di codice binario?
Lascia la tua risposta nei commenti: questa volta non per vincere un premio, ma per creare la prima vera statistica di Nessun Dato Disponibile sulla fiducia nell’IA come capo del mondo.
< Ely Mode Off >
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3 risposte a “Governati dall’Intelligenza Artificiale: sogno lucido o incubo a circuito chiuso?”
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[…] aver parlato di quella umana, mi sembrava giusto dare una chance anche a quella artificiale.👉Governati dall’Intelligenza Artificiale: sogno lucido o incubo a circuito chiuso?(Non vince chi calcola di più, ma chi capisce […]
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[…] lasciamo guidare sempre più dagli algoritmi delle piattaforme digitali. Ne ho parlato anche qui: Governati dall’IA.In questo mondo parallelo, i ragazzi interagiscono con persone che non hanno mai visto, amici che […]
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E se poi decide che l’essere umano è solo un virus inutile… Fine dell’umanità
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