Ostentare l’emancipazione è il nuovo sport nazionale: basta un hashtag, una campagna e qualche sorriso forzato per sembrare evoluti. Ma dietro la facciata patinata del progresso si nascondono ancora gli stessi vecchi copioni. La parità non si misura con i post. Si riconosce nei comportamenti quando nessuno ti guarda.
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Vivere di lavoro o sopravvivere lavorando? La bugia della meritocrazia
Vivere di lavoro o sopravvivere lavorando? In Italia c’è chi lavora otto ore al giorno per poco più di 1.000 euro al mese. Non è dignità, è sopravvivenza. Eppure, mentre stipendi e inflazione rendono impossibile guardare al futuro, si continua a invocare la “meritocrazia”. Un mito che raramente premia i competenti e troppo spesso protegge la mediocrità. Se il lavoro non ti permette di vivere, allora il problema non è il merito dei singoli, ma l’architettura di un sistema che tradisce la sua promessa più antica: lavora e avrai dignità.
L’Apocalisse è già iniziata (e sembriamo troppo occupati per accorgercene)
Non servono meteore o profezie. La fine del mondo è già qui: nelle guerre dimenticate, nel clima impazzito, nelle bollette insostenibili e nella nostra indifferenza.
Paolo, 14 anni. E la società che non c’era
Un ragazzo di 14 anni si è tolto la vita. Al suo funerale c’era un solo compagno di scuola. Questa non è cronaca nera: è il ritratto impietoso di una società distratta, di docenti che tacciono, di genitori che non educano. La morte di Paolo non è solo la sua tragedia: è la nostra sconfitta.
