Bella domanda. Una di quelle che ti fanno venire voglia di rispondere con un “non lo so” e chiuderla lì. Ma sarebbe troppo facile.
Ho un blog perché i pensieri, se li lasci in testa troppo a lungo, iniziano a marcire come frutta dimenticata sul tavolo. O li butti via, o li trasformi in qualcosa di leggibile. Io ho scelto la seconda opzione.
Non credo nei blog come “vetrine personali”. Non voglio fare l’influencer, né il guru delle verità universali (anche perché non ne ho). Questo spazio è un laboratorio: ci entro con le mani sporche di idee e ne esco con frasi che a volte hanno senso, a volte no. Ma almeno mi ricordano che sto pensando, e non solo sopravvivendo.
Perché ho un blog?
Per mettere in scena il dubbio, che è la parte più onesta di noi.
Per allenare la mente al caos, invece di anestetizzarla con le certezze pronte all’uso.
Per ridere un po’ di me stessa, perché se non lo faccio io, lo farà qualcun altro (e meglio di me).
Un blog è un atto di disobbedienza gentile: ti siedi, scrivi, lanci i tuoi pensieri nell’etere e accetti che possano essere ignorati. Ma se qualcuno li legge, e ci trova un’eco, anche minima, allora forse non è stato tempo perso.
In fondo, lo tengo per questo: per ricordarmi che non tutto deve avere uno scopo preciso. A volte scrivere è già di per sé una buona ragione.
< Ely Mode Off >
E voi? Avete mai sentito il bisogno di scrivere solo per svuotare la testa? Vi fidate più dei vostri pensieri quando restano in silenzio dentro di voi, o quando si trasformano in parole che qualcun altro potrebbe leggere? E soprattutto: perché voi leggereste un blog come questo?
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